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DISTURBO DELL’ATTENZIONE ADHD

Il disturbo dell’attenzione sembra essere presente nella maggior parte dei casi ed essere  il  fattore  centrale  di  questa  sindrome.  I  soggetti  che  presentano  questo problema sembrano avere la testa tra le nuvole, essere assenti o immersi nei loro problemi.  Mostrano  fugacemente  interesse  per  qualcosa,  per  poi  essere immediatamente  catturati  da  altri  stimoli  presenti  nell’ambiente  circostante.

Questa  frammentarietà  dell’attenzione  compromette  l’apprendimento,  lo sviluppo  di  abilità  cognitive  e  comportamentali,  nonché  le  relazione  con  gli adulti  ed  i  compagni.  Un’attenzione  prolungata,  per  questi  soggetti,  provoca quasi  sempre  noia  e  stanchezza,  hanno  difficoltà  a  focalizzare  un  aspetto dell’ambiente o di un compito, lasciando in secondo piano gli stimoli irrilevanti (funzione  figura/sfondo).  Problemi  ancor  più  vistosi  si  notano  quando  questi bambini  e  ragazzi  devono  “organizzare”  l’attenzione  di  fronte  a  compiti complessi.  In  questo  caso,  criteri  come  la  gerarchia  delle  sequenze,  le  priorità, l’analisi  delle  conseguenze,  la  memorizzazione  delle  strategie  da  seguire,  il ricordo  delle  indicazioni  ricevute;  sembrano  perdersi  in  un  “caos”  privo  di regole e criteri.

 

Sintomi di inattenzione

1.  Scarsa cura per i dettagli, errori di distrazione,

2.  labilità attentiva,

3.  sembra non ascoltare quando si parla con lui/lei,

4.  non esegue le istruzioni, non porta a termine le attività,

5.  ha difficoltà ad organizzarsi,

6.  evita le attività che richiedono un’attenzione consistente e prolungata,

7.  perde gli oggetti,

8.  è facilmente distraibile dagli stimoli esterni,

9.  dimentica facilmente cose abituali.

 

LINEE GUIDA Le regole base sono 5:

(1)  Al  bambino  devono  essere  riferite  regole  chiare,  concise  e  numerose.  In  classe,  può  essere applicato, sul banco del bambino, un foglio con alcune regole di base (alza la mano per fare una  domanda,  stai  seduto  durante  le  lezioni,  etc).  A  casa,  possono  essere  esposte  sul frigorifero  (stai  seduto  quando  mangi).  Quando  possibile,  è  di  aiuto  esprimere  le  regole  in modo  positivo,  enfatizzando  l’attesa  in  termini  di  comportamento  (“Tu  dovresti  rimanere seduto durante la lezione”), piuttosto che focalizzarsi su cosa non è permesso (“Non dovresti alzarti dalla sedia durante la lezione”).

(2)  Le istruzioni dovrebbero rimanere concise. I compiti più lunghi dovrebbero essere suddivisi in step  più  piccoli.  Questo  permette  maggiori  opportunità  per  un feedback  immediato  (elogiare

dopo  ogni  successo).  Quando  le  nuove  abilità  vengono  acquisite,  gli  step  verranno  eseguiti consecutivamente dando luogo al compito originario.

(3)  Le  conseguenze  del  comportamento,  sia  positive  che  negative, devono  essere  aver  luogo  il prima  possibile  a  comportamento  avvenuto  (preferibile  immediatamente)  e  con  maggior  frequenza rispetto a quella che potrebbe essere utilizzata per un bambino non ipercinetico.

(4)  Le strategie positive dovrebbero avvenire sempre prima di utilizzare tecniche di punizione.

 (5)  Per aiutare i bambini ad ascoltare un adulto e ad imparare ad apprezzare le relazioni tra il loro comportamento e le risposte di coloro che li  circondano, le conseguenze verbali, sia positive (lode)  che  negative  (rimprovero),  dovrebbero  iniziare con  il  nome  del  bambino  e includere  i riferimenti  al  comportamento  in  questione.  Ad  esempio,  un  complimento  vago,  come  “ben fatto, Luca, grazie” è con maggior probabilità più efficace quando viene modificato in “Luca, ben fatto. Mi piace veramente quando metti a posto i giochi”. Lo stesso vale per i rimproveri.

 

7.5 Organizzazione della classe e delle attività

E’  molto  importante  per  le  problematiche  presentate  dall’allievo  ADHD

organizzare lo spazio e il tempo. Ovviamente non esistono ricette precostituite, ma  in  virtù  delle  caratteristiche  della  situazione  è  bene  tener  presenti  alcuni aspetti.

Ad  esempio:  la  disposizione  dei  banchi  e  la  vicinanza  dell’allievo  ADHD

all’insegnante  è  una  variabile  importante.  L’essere  al  centro  di  molte

stimolazioni e lontano dall’azione dell’insegnante è controproduttivo.

 

La  gestione dei tempi d’apprendimento  rappresenta un altro fattore importante.

Tempi molto lunghi e che richiedono molti sforzi attentivi risultano problematici per  l’allievo  ADHD.  E’  bene  suddividere  i  compiti  e  gli  esercizi  in  parti  che richiedano alcuni minuti e che prevedano un riscontro chiaro ed immediato del risultato.  L’Insegnante  (o  un  compagno,  in  sua  vece)  deve  fornire

immediatamente  un  feedback  circa  l’esito  nel  compito  e  ricondurlo  sulla  fase successiva. L’impulsività  e  l’iperattività  porta  spesso  l’allievo  ADHD  a  terminare  con rapidità  i  compiti.  Quando  questo  avviene,  l’Insegnante  non  deve  chiedere all’allievo  di  aspettare  o  guardare  con  più  attenzione  il  compito,  ma  fornire immediati  feedback  per  correggere  eventuali  errori  o  impegnarlo  in  nuovi esercizi  o  attività  interessanti,  anche  se  non  pertinenti  con  il  programma.

         

 

L’obiettivo  è  quello  di  non  perdere  la  sua  attenzione.  Se  questo  avviene,  il tempo per il recupero attentivo potrebbe essere lungo e richiedere molte energie da parte dell’Insegnante.

Qui  di  seguito  vengono  riportati  alcuni  suggerimenti  dedotti  da  programmi d’intervento  con  bambini  e  ragazzi  ADHD,  che  hanno  fornito  risultati  positivi sia a scuola che a casa. 

 

  1. Non  tentare  di  ridurre  l’attività,  ma  incanalarla  utilizzandola  per  finalità accettabili.
  2. Usare l’attività come un premio.
  3. Creare delle routine di attività da avviare con istruzioni chiare.
  4. Non chiedere al bambino di aspettare, ma dargli un sostituto verbale o una risposta motoria da compiere durante l’attesa.
  5. Incoraggiare  l’allievo  a  tirare  fuori  le  sue  capacità  positive  di  leadership (creare dei ruoli).
  6. Diminuire la lunghezza del compito.
  7. Rendere  i  compiti  più  interessanti,  anche  attraverso  l’uso  di:  episcopio, lavagna luminosa, ecc…
  8. Proporre compiti che vadano incontro ai suoi  interessi.
  9. Proporre  compiti  che  coincidano  con  il  livello  di  apprendimento  del bambino e con le sue attitudini.

10. Incrementare l’organizzazione del lavoro con l’uso di liste, diari,  

11. Stabilire delle consuetudini per l’uso dei materiali della classe.      quaderni di appunti, cartelline.

  1. Organizzare e strutturare l’ambiente.
  2. Insegnare le abilità di studio e di programmazione.
  3. Coinvolgere l’allievo nella soluzione delle sue difficoltà.
  4. Utilizzare  il  computer  per  favorire  la  sua  attenzione  e  l’apprendimento. (anche con l’utilizzo di software specifici). 

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